Luino è stata teatro di un brutale episodio di violenza e minacce avvenuto fuori da un bar. Due giovani, un tunisino di 19 anni e un italiano di 26, sono stati costretti a raggiungere un appartamento nel centro della città, dove sono stati picchiati selvaggiamente. Uno dei presunti aggressori, un 36enne, ha persino puntato una pistola alla tempia del giovane tunisino minacciando di sparargli.
I due aggressori sostenevano che le dosi di cocaina fossero sparite a causa dei due ragazzi presenti. Gli eventi risalgono all’11 marzo scorso e oggi, martedì 7 novembre, i presunti aggressori sono comparsi davanti al giudice dell’udienza preliminare a Varese. Ora il giudice dovrà decidere se accogliere la richiesta di rito abbreviato presentata dai difensori.
Gli imputati, che si trovano in carcere da questa primavera, hanno assistito all’udienza. I loro avvocati hanno avanzato la richiesta di passaggio agli arresti domiciliari, che potrebbe essere concessa a casa di parenti. Tuttavia, questa decisione non renderà meno grave l’accusa che la Procura ha formulato: estorsione, sequestro di persona, lesioni e spaccio.
Secondo le accuse, i due uomini avrebbero picchiato violentemente i ragazzi, tanto che il giovane tunisino ha riportato una frattura del naso e diversi traumi alla testa che gli hanno comportato una prognosi di 30 giorni. L’obiettivo dell’aggressione era recuperare la cocaina o almeno i soldi corrispondenti al suo valore, 200/300 euro, che però i giovani non avevano con sé. Così sono iniziati i pugni e le minacce con coltello e pistola. Tuttavia, la droga non è stata trovata nell’appartamento, almeno non quella che i due aggressori pensavano che i ragazzi avessero preso. Successivamente, i carabinieri hanno trovato circa settanta grammi di cocaina nella stessa casa di Luino, di proprietà del 35enne.
La decisione del giudice sul ricorso al rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena in caso di condanna, arriverà verso la metà di dicembre. Solo una delle due vittime si è costituita parte civile. Entrambi gli imputati, durante i mesi di detenzione, hanno intrapreso un percorso di recupero con il Sert.