Tragedia in chiesa: donna muore dopo essere stata immobilizzata dalle autorità

Una morte tragica e una dinamica da chiarire. Questo è quanto è successo lo scorso venerdì a una donna di 39 anni che dopo aver dato in escandescenza in chiesa interrompendo un funerale, è stata bloccata dalle autorità, perdendo i sensi e più tardi, la vita. Oggi si svolgerà l’autopsia per stabilire se la causa del decesso sia stata la forza esercitata dagli agenti.

Come riporta Prima Pavia, sono passati quattro giorni dalla tragica mattina di venerdì 3 novembre quando la 39enne di origine albanese Marinela Murati è entrata nella chiesa della Madonna Pellegrina di Vigevano e si è messa a urlare “Allah Akbar” terrorizzando i presenti per poi accasciarsi a terra e morire dopo essere stata immobilizzata dalle autorità.

Da allora le indagini non si sono mai fermate ed è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo ma soltanto i risultati dell’autopsia che verrà realizzata oggi, mercoledì 8 novembre, presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia, permetteranno di determinare con certezza che cosa è successo.

Il dramma si è verificato durante una cerimonia funebre condotta dal parroco don Gianluca Zagarese intorno alle 11.30 di venerdì mattina. La donna, di origine albanese e domiciliata nelle case Aler di via Alfieri, è entrata in chiesa e si è posizionata vicino all’altare in ginocchio sul tappeto dove di lì a poco sarebbe stato messo il feretro. A quel punto, Marinela Murati, ha cominciato a pregare e gridare frasi strane. Tra le cose che diceva, diversi riferimenti ad Allah. Avrebbe urlato anche “Allah Akbar” come in un attentato terroristico. Gli increduli presenti hanno subito chiamato le forze dell’ordine. Sul posto si sono presentati gli agenti della polizia locale di Pavia che sono riusciti a convincerla a uscire.

Il peggio sembrava passato ma la 39enne ha dato nuovamente in escandescenze cercando di buttare la statua della Madonna. Non sapendo più come comportarsi, i poliziotti hanno ammanettato la donna che era a pancia in già e le hanno tenuto ferma la testa sul pavimento bloccandole le gambe per evitare che si dimenasse. È in quel frangente che ha perso i sensi.

Dopo il collasso, in pochi minuti, Marinela è deceduta. Gli operatori del 118 erano appena arrivati e si sono subito resi conto delle terribili condizioni nelle quali si trovava la donna. Sono partiti subito per il pronto soccorso ma non c’era più niente da fare. Ora, come da prassi, i due agenti della polizia locale sono indagati con l’accusa di omicidio colposo.

L’apertura dell’inchiesta da parte della Procura di Pavia ha portato all’acquisizione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza che dovrebbero aiutare a fare chiarezza sulle circostanze che hanno portato alla morte di Marinela Murati. La vittima, conosciuta per i suoi problemi psichiatrici, aveva manifestato evidenti segni di agitazione.

Il momento in cui i due agenti hanno bloccato la donna poco prima dell’inizio del funerale è al centro delle indagini. Le autorità stanno cercando di determinare se l’uso della forza da parte degli agenti sia stato giustificato e se abbia contribuito direttamente alla morte della vittima.

Al momento, nessun agente è stato iscritto nel registro degli indagati aperto per omicidio colposo ma entrambi potrebbero essere coinvolti nelle indagini. L’autopsia è prevista per la mattina di domani al fine di stabilire le cause esatte del decesso. Sono previsti anche esami tossicologici per determinare se avesse assunto sostanze stupefacenti o dosi eccessive di farmaci.

L’incidente ha suscitato grande preoccupazione tra i presenti nella chiesa mentre la comunità cerca di capire come una situazione così tragica abbia potuto verificarsi. Intanto, sono stati rintracciati i parenti stretti di Marinela Murati tra cui il padre, la madre, l’ex marito e la figlia.

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