Il processo per l’omicidio di via Giussani avvenuto a Rebbio l’11 agosto 2022 è ancora in corso e gli psichiatri si dividono sull’imputato. A un anno e mezzo dal delitto, gli esperti si confrontano per determinare se l’accusato è incapace di intendere o se è semplicemente “antisociale”.

La vittima dell’omicidio è Giuseppe Mazza, un settantenne nato a Mantello in Valtellina ma residente a Rebbio e Breccia. L’uomo si trovava nella sua auto, parcheggiata accanto al cancello di ingresso della scuola media, quando è stato avvicinato da un ragazzo che, senza motivo apparente, ha aperto la portiera del veicolo e lo ha colpito alla gola con un coccio di bottiglia. In precedenza, lo stesso aggressore aveva tentato di fare lo stesso a un ragazzo centroamericano, ma per questione di millimetri l’aggressione non ebbe successo.

L’imputato del processo è Omar Querenzi, un uomo di 33 anni di Albiolo, che proprio quella mattina era stato dimesso dall’ospedale Sant’Anna. La sua difesa, rappresentata dagli avvocati Denise Canu e Pasquale Saggiomo, ha chiesto al giudice il rito abbreviato subordinato a una nuova perizia psichiatrica. Durante le indagini, il consulente del pubblico ministero si era già espresso sulla capacità di intendere e volere dell’accusato, nonostante la presenza di disturbi di personalità. Il perito del giudice dell’udienza preliminare, invece, ha confermato la capacità di intendere e volere di Querenzi, attribuendo tutto ad un aspetto antisociale. Il consulente della difesa, invece, ha affermato che Querenzi era solo parzialmente capace di intendere e volere a causa dei suoi disturbi di personalità, ma che in determinate condizioni potrebbe scatenarsi una furia omicida. Le posizioni degli esperti non si sovrappongono e il giudice ha rinviato l’udienza a febbraio per poter meglio valutare le diverse opinioni, in attesa di un confronto tra periti che si svolgerà in quella occasione. Questo passaggio potrebbe essere decisivo per l’esito del processo.

Si ricorda che i parenti della vittima non si sono costituiti parte civile nel processo, ma in aula sono rappresentati il ragazzo colpito al collo dal coccio di bottiglia e miracolosamente sopravvissuto, così come i parenti del bambino che è stato colpito per primo nei pressi dell’ospedale Sant’Anna mentre aspettava il padre insieme allo zio. Querenzi è accusato non solo dell’omicidio di Mazza, ma anche del tentato omicidio del ragazzo centroamericano, dell’aggressione al bambino e a un suo parente nei pressi del Sant’Anna, e anche di un altro episodio di minacce avvenuto al McDonald di Montano Lucino. Questa striscia di violenza è avvenuta in poche ore, tra le 9.30 del mattino dell’11 agosto e poco dopo mezzogiorno.

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