Una transessuale brasiliana residente in provincia di Bergamo ha ottenuto la protezione speciale da parte del tribunale di Brescia, dopo che la Commissione per la protezione internazionale aveva negato il permesso. Il tribunale ha ribaltato la decisione, riconoscendo che se la donna dovesse tornare in Brasile rischierebbe la morte. Secondo il tribunale, la richiedente teme di subire torture e maltrattamenti da parte dei familiari che non accettano la sua identità di genere. Inoltre, il tribunale ha sottolineato che il Brasile è il paese con il maggior numero di transessuali uccisi ogni anno da 13 anni. Nonostante la donna sia stata condannata in passato per rapina e danneggiamento, il tribunale ha accolto il suo ricorso sostenendo che non ha commesso altri reati e ha trovato un lavoro legale. Pertanto, non ci sono ragioni per negarle il permesso di soggiorno in Italia, mentre un eventuale rimpatrio violerebbe il diritto tutelato dall’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

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