Nuovi elementi emergono nel caso del ritrovamento del corpo di Simone Mattarelli, tre anni dopo la sua morte. Dopo alcuni accertamenti forensi, la famiglia ha ottenuto risultati che potrebbero mettere in discussione l’ipotesi del suicidio sostenuta dalla procura.

La vicenda era iniziata con un inseguimento con le forze dell’ordine, dopo che Simone aveva forzato un posto di blocco. Dopo oltre un’ora di inseguimento, la sua macchina si era impantanata ad Origgio. Il giorno successivo, il corpo di Simone era stato trovato impiccato all’interno di un’azienda.

Fin dall’inizio, la famiglia aveva dubbi sull’ipotesi del suicidio, descrivendo Simone come una persona piena di vita e progetti. Tuttavia, l’indagine era stata archiviata dalla procura di Busto Arsizio.

Ora, la famiglia ha recuperato alcuni reperti e li ha sottoposti a nuove analisi. I risultati, resi noti dall’avvocato della famiglia, indicano la presenza di profili biologici misti sulle dita di Simone, di cui uno appartenente a una persona sconosciuta. Inoltre, dalle analisi delle urine è emerso che nel corpo di Simone c’era ancora una quantità significativa di droga, compatibile con uno stadio intermedio post-assunzione e non con uno stato depressivo.

Questi risultati contraddicono l’ipotesi del suicidio sostenuta dalla procura. La famiglia ha annunciato di voler presentare una richiesta di riapertura del caso, una volta raccolto ulteriore materiale.

La vicenda ha attirato l’attenzione dei media, con la realizzazione di due lunghi servizi da parte del programma televisivo “Le Iene”.

Questi nuovi elementi potrebbero portare a una revisione del caso e a una nuova indagine sulla morte di Simone Mattarelli. La famiglia continua a lottare per la verità e spera di ottenere giustizia per il loro caro.

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