Evaristo Scalco condannato a 23 anni di reclusione per omicidio volontario. La sentenza è arrivata questa mattina in Corte di Assise di Genova nei confronti dell’artigiano di Cittiglio che lo scorso novembre ha ucciso Javier Alfredo Mirando Romero nei vicoli del centro storico di Genova, trafiggendolo con una freccia. I giudici hanno riconosciuto l’aggravante dei futili motivi, ma non quella dell’odio razziale.

L’accusa aveva chiesto l’ergastolo e questa mattina la pm Arianna Ciavattini ha ribadito la richiesta in Aula. Secondo la pubblica ministero, si tratta di un omicidio volontario con dolo diretto. Inoltre, la pm ha sottolineato che dopo aver scoccato la freccia, Scalco non ha soccorso la vittima né ha chiamato i soccorsi, a differenza di altre persone presenti sul luogo.

La difesa, invece, ha sostenuto che l’artigiano non aveva intenzione di uccidere quell’uomo quella notte. Secondo la versione della difesa, Mirando Romero stava festeggiando la nascita di un figlio in strada e ciò ha scatenato una lite con Scalco, che si era infastidito per gli schiamazzi sotto la sua abitazione. Durante la lite, Scalco ha impugnato un arco e ha scagliato una freccia contro il sudamericano, causandone la morte.

La sentenza di 23 anni di reclusione inflitta a Evaristo Scalco mette la parola fine a questa vicenda che ha scosso la città di Genova. Nonostante la mancata riconferma dell’aggravante dell’odio razziale, il fatto resta comunque grave e doloroso. Ogni vita ha un valore e ogni gesto di violenza deve essere condannato. Ora spetta alla giustizia fare il suo corso e a tutti noi riflettere su come prevenire simili tragedie in futuro.

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