Un giovane di 23 anni di Erbusco (Brescia) rimane in carcere con l’accusa di aver accoltellato un coetaneo di Gorlago di fronte alla discoteca Costez di Grumello del Monte. Durante l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari Federica Gaudino, il giovane ha ammesso le sue responsabilità, ma ha anche affermato di non ricordare molto a causa dell’alcol. Tuttavia, si è mostrato provato e consapevole della gravità del crimine.

Nel frattempo, nuovi dettagli emergono sulla vicenda. Secondo quanto riportato dal Corriere Bergamo, sarebbe stato il gruppo di amici bresciani a provocare per primo, chiedendo alla comitiva di bergamaschi se fossero della stessa provincia. Dopo una risposta affermativa, sarebbe partito un insulto e dall’altra parte avrebbero intonato un coro ironico contro il Milan. Successivamente, la situazione è degenerata in una rissa con circa sei partecipanti e altre persone intervenute per sedarla. Sembra che ci siano anche altri indagati nella vicenda. L’arrestato e il ferito sarebbero rimasti distanti dal movimento principale, fino a quando gli amici della vittima si sono resi conto che era stato accoltellato mentre erano al telefono con lui. Il paziente, dopo un’operazione chirurgica, è ancora in coma farmacologico e si attende il responso dei medici.

L’avvocato del 23enne ha deciso di non chiedere misure cautelari alternative, considerando le gravi condizioni in cui si trova ancora il ragazzo in ospedale. Tuttavia, il magistrato ha confermato la sua permanenza in cella per il pericolo di fuga e la possibilità di commettere nuovi reati. L’individuo ha già un precedente penale per furto e denunce per lesioni e rissa. In questa occasione, l’accusa è di tentato omicidio.

L’imputato non è stato in grado di spiegare perché avesse un coltello con sé quella sera e, nonostante si sia recato al locale con un’altra macchina, è stata trovata un’altra lama nel veicolo. È emerso in seguito che aveva una collezione di coltelli, pugnali e persino un machete a casa, che lui definiva una passione. Ai carabinieri ha indicato un prato vicino al suo paese di residenza dove avrebbe gettato l’arma, ma i militari non sono riusciti a trovarla, nemmeno con il metal detector.

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