Nel corso degli ultimi giorni, i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli della Sezione Operativa Territoriale di Chiasso, insieme ai militari della Guardia di Finanza del Gruppo Ponte Chiasso, hanno effettuato un controllo su un viaggiatore di nazionalità italiana, residente in Svizzera, a bordo di un treno TILO proveniente da Lugano e diretto a Milano.

Nonostante il dichiarare di non avere nulla durante il controllo doganale di routine, gli operatori hanno deciso di approfondire gli accertamenti in ufficio poiché non erano convinti dalle dichiarazioni del viaggiatore.

All’interno del bagaglio personale del passeggero è stato trovato un grande scatolone contenente quasi quattordici chili di perle coltivate, alcune confezionate in matasse di fili e altre sfuse in sacchetti, prive di documentazione commerciale di scorta. Il soggetto fermato ha dichiarato di non avere con sé la fattura, ma di poterla produrre successivamente.

Dopo aver sospeso la merce in attesa di ulteriori accertamenti, è stata richiesta una perizia al Laboratorio Chimico di Venezia, un ufficio dell’ADM con competenze specifiche nel settore gemmologico. A seguito dell’analisi gemmologica su un numero adeguato di campioni di perle, sia sfuse che in fili, che rappresentavano in maniera omogenea i lotti di riferimento, è stato attribuito al carico sequestrato la qualità di perle coltivate in acqua salata del tipo “akoya” (conosciute come perle giapponesi) e in minima parte del tipo “south sea” (perle australiane), per un valore commerciale totale di 143mila euro.

Dato il carattere penale del fatto, è stata presentata una denuncia a piede libero nei confronti del viaggiatore, contestando il contrabbando ai sensi degli articoli 282 e seguenti del DPR 43/1973 (TULD) e l’evasione dell’IVA all’importazione secondo l’articolo 70 del DPR 633/72. Di conseguenza, è stato eseguito il sequestro probatorio dell’intera partita di merce.

Attualmente, le indagini sono in corso e la presunzione di innocenza dell’indagato è rispettata fino alla conclusione del procedimento. Questa complessa operazione, soprattutto nella fase di approfondimento, è stata possibile grazie alla sinergia tra le competenze amministrative e chimico-gemmologiche dell’ADM, in linea con il Protocollo d’intesa firmato nell’aprile del 2023 tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e la Guardia di Finanza. Questa attività rientra nel più ampio dispositivo di prevenzione attuato presso i valichi di confine per garantire la legalità e contrastare il contrabbando di prodotti di lusso.

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