Ieri si è svolto un importante evento presso l’ITEP Galileo Galilei di Laveno Mombello, dal titolo “Racconti di ‘ndrangheta: tra economia e intrecci familiari”, che ha visto la partecipazione della dottoressa Alessandra Cerreti, Pubblico Ministero presso la DDA di Milano. L’obiettivo dell’incontro era quello di sensibilizzare gli studenti delle scuole medie e superiori sulla lotta alla criminalità organizzata, in particolare alla ‘ndrangheta.

La ‘ndrangheta rappresenta una delle mafie più pericolose presenti in Italia, con ramificazioni che vanno dalla Calabria fino al Nord del Paese. La dottoressa Cerreti ha evidenziato il ruolo della donna all’interno di queste organizzazioni criminali, sottolineando la crudele realtà di questa realtà. Le donne della ‘ndrangheta sono spesso coinvolte in attività violente e spietate, superando talvolta in ferocia gli stessi uomini.

La storia di Giuseppina Pesce, la prima donna di ‘ndrangheta a collaborare con la giustizia, è stata citata come esempio di coraggio e determinazione. Grazie a protocolli come “Liberi di scegliere”, molte persone sono riuscite a uscire dalla criminalità organizzata e a ricostruirsi una vita lontano da questo mondo violento.

La PM ha sottolineato l’importanza di non fare compromessi con la mafia, poiché anche nel Nord Italia la presenza delle mafie è sempre più diffusa. Gli imprenditori spesso cercano il supporto dei mafiosi, pagando per ottenere favori e protezione. È fondamentale sensibilizzare i giovani sul ruolo che la mafia gioca nella società e sulle conseguenze negative che comporta il supportarla indirettamente.

Infine, la dottoressa Cerreti ha parlato delle misure di sicurezza adottate nei confronti dei mafiosi detenuti, come la 41 Bis, un carcere di massima sicurezza. Queste misure sono necessarie per prevenire la continua attività criminale delle organizzazioni criminali, che non si fermano nemmeno dietro le sbarre.

In conclusione, è fondamentale combattere la mafia in tutte le sue forme, sensibilizzando la popolazione e offrendo sostegno a coloro che decidono di collaborare con la giustizia. Solo così si potrà contrastare efficacemente il potere mafioso e proteggere le future generazioni da questa pericolosa realtà.

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