Il mondo dello sport è stato scosso da uno scandalo che coinvolge le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano-Cortina. La Guardia di Finanza di Milano ha preso di mira la Fondazione, alcune società fornitrice e persone coinvolte nelle procedure di affidamento delle prestazioni tecnologiche per l’evento. Le attività investigative, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, includono perquisizioni, ispezioni informatiche, sequestri e acquisizioni di documentazione. Si sospetta un accordo corruttivo tra un imprenditore e due ex dirigenti della Fondazione, attualmente indagati.
L’inchiesta si concentra sull’aggiudicazione dell’ecosistema digitale e sulla sicurezza delle infrastrutture informatiche della Fondazione. Secondo le prime ricostruzioni investigative, l’Ente organizzatore dei giochi olimpici, sebbene si presenti come ente non avente scopo di lucro, in realtà ha una natura pubblicistica, con membri, risorse e garanzie dello Stato e di enti locali.
Gli accertamenti in corso riguardano anche le procedure per la scelta dei fornitori e degli sponsor tecnologici, così come per l’assunzione di dipendenti della Fondazione. Nessun dirigente o dipendente attuale della Fondazione è attualmente indagato, ma le attività di polizia giudiziaria sono in corso con il supporto del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza.
Questo scandalo mette in luce l’importanza dell’integrità e della trasparenza nelle procedure di assegnazione e organizzazione di eventi di così grande rilevanza internazionale. È fondamentale garantire che le Olimpiadi invernali del 2026 si svolgano in un clima di correttezza e legalità, per preservare l’immagine e l’importanza dello sport a livello globale.