Emergenza rientrata in Valchiavenna, dove, in alcune zone, sono scesi fino a 150 millimetri di pioggia fra la notte di sabato e le 15 di domenica. Con i torrenti Mera e Liro ed i loro affluenti ingrossati a dismisura anche per via del fatto che «dopo la frana del Cengalo di alcuni anni fa – dice Davide Trussoni, presidente della Comunità montana Valchiavenna – la diga di Villa di Chiavenna non trattiene più l’acqua in eccesso per rilasciarla al momento opportuno, ma è stata neutralizzata, per cui non appena il livello dell’acqua supera una certa soglia defluisce automaticamente e percorre tutta la valle del Mera giungendo impetuosa fino in Valchiavenna. Provvidenziali, in questo senso, le opere di regimazione effettuate negli anni e che hanno scongiurato il rischio alluvione».

Costante, tuttavia, il monitoraggio effettuato dal personale dell’ente montano e della Protezione civile locale, con grande impegno anche da parte dei Vigili del fuoco di Mese nell’intervenire al primo segnale di allerta. La situazione più critica, in ogni caso, resta quella prodottasi a Verceia, dove via Quatrass il versante sovrastante le gallerie non può ancora dirsi completamente in sicurezza, tant’è che, domenica mattina, altri due massi sono piombati sulla ciclo-pedonale, poco oltre il punto di distacco del 14 giugno scorso. Uno di dimensioni importanti tant’è che ha bucato anche l’asfalto creando un discreto avvallamento, l’altro più piccolo, ma capace di fare molto male nel caso fosse caduto in strada al passaggio di persone o mezzi. Subito chiusa al traffico via Quatrass, così come sospesa prudenzialmente anche la circolazione ferroviaria, con l’introduzione di bus sostitutivi che hanno effettuato tutte le corse dei treni, dalle 6.14 fino alle 19.25 di oggi, garantendo il trasporto pubblico fra Colico e Chiavenna.

«La ferrovia resterà chiusa anche domani – dice Davide Trussoni -, perché occorre lasciare il tempo ai tecnici di effettuare i dovuti sopralluoghi in sicurezza. Dopodiché sarà possibile, in base all’esito dei controlli svolti sul versante, decidere in merito alla ripresa della circolazione dei treni e in merito agli interventi da effettuare in parete. Innanzitutto di tratta di bonificare l’area di distacco con gli opportuni disgaggi, dopodiché, però, l’obiettivo è quello di andare a mettere in sicurezza il più possibile tutto il versante soprastante via Quatrass in modo da evitare il ripetersi dei crolli su questa sponda. Siamo in contatto anche con Rete ferroviaria italiana per capire se è possibile posizionare delle reti o barriere a protezione della ferrovia, ma in questo caso parliamo di un intervento a medio termine che richiede proprio il raccordo con Rfi». Per il resto, non si sono verificate altre criticità nella giornata di oggi in Valchiavenna e neppure nel resto della provincia di Sondrio dove, pure, la pioggia l’ha fatta da padrona domenica, ma non con l’intensità dispiegata nella valle del Mera. Anche nella Bregaglia svizzera, e in Alta Engadina, perché inondazioni si sono verificate a Samedan, Celerina, Pontresina e Sankt Moritz, e di nuovo colate di fango e detritiche sono scese dal versante fra Plaun da Lej e Sils, sulla strada fra Maloja e Silvaplana. Molto alto, questa mattina ancora, l’Adda al Fuentes a testimonianza del gran quantitativo di acqua giunto fino alla foce dalla Media e Alta Valtellina.

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