Nel primo anniversario della strage del 7 ottobre a Varese, si sono udite le voci di due madri unite da un dolore immenso ma anche dalla stessa missione: trasformare il dolore in un impegno concreto per la pace.

I giovani studenti varesini dell’Istituto Einaudi hanno avuto l’opportunità di ascoltare le testimonianze di Robi Damelin e Laila AlSheikh, due madri che hanno perso i loro figli a causa della guerra in Medio Oriente e che ora lavorano insieme per la pace attraverso l’associazione Parents Circle.

Laila, palestinese della Cisgiordania, ha perso il figlio a soli sei mesi a causa dei gas lacrimogeni durante un’incursione israeliana. Robi, israeliana, ha perso il figlio per mano di un cecchino palestinese. Entrambe chiedono la stessa cosa: fine alle divisioni e ai conflitti.

Parlando delle loro esperienze personali, emergono le enormi differenze tra la realtà vissuta in Occidente e quella del Medio Oriente. Robi e Laila sono testimoni del Parents Circle, un’organizzazione unica nel suo genere che costruisce ponti per la pace.

L’associazione conta più di 700 famiglie coinvolte e si è aperta sia agli israeliani che ai palestinesi, cercando di evitare che altre famiglie debbano affrontare lo stesso dolore. Robi e Laila sono un esempio potente di come il dolore possa trasformarsi in impegno per la pace, superando le divisioni e la violenza.

La loro testimonianza è un richiamo alla consapevolezza delle complessità del conflitto mediorientale e all’importanza di lavorare insieme per costruire un futuro di pace e rispetto reciproco.

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