I danni causati dal passaggio notturno dei cinghiali nei prati sono un problema noto da tempo in Valtrompia, soprattutto nelle malghe e nei campi dell’Alta Valle. Di recente, però, la situazione sembra essere peggiorata rispetto agli anni passati. Gli abitanti dei paesi da Marcheno in su lamentano di non riuscire più a tenere il passo con i danni: “di giorno ripariamo i danni e di notte tornano a colpire – spiegano – È diventato insostenibile, sembra che non ci sia via di fuga”.

Gli agricoltori e gli amanti dell’orto e del campo sono in attesa da tempo di soluzioni, poiché investono tempo e denaro nella cura dei terreni. “Molte persone, proprietari di terreni agricoli e agricoltori di Valtrompia, continuano a subire danni enormi a causa del sovrannumero di cinghiali” afferma Sergio Piardi, ex sindaco di Marmentino e proprietario di terreni danneggiati. “La situazione è insostenibile perché dopo aver subito i danni, i prati tornano nello stesso stato di devastazione di prima: in questo periodo le visite di queste bestie sono quasi quotidiane e rendono impossibile lavorare i terreni colpiti e ottenere i relativi frutti”.

Gli agricoltori si sentono abbandonati, poiché nonostante il problema sia conosciuto da molti anni, “non si fa abbastanza”. L’unica consolazione è un piccolo risarcimento economico offerto dalla Regione e dal comprensorio territoriale, ma che è destinato solo ai proprietari di aziende agricole e che comunque non copre i danni effettivi.

La categoria chiede che venga messa in campo più energia per contrastare il fenomeno e che si utilizzino tutti gli strumenti possibili per ridurre significativamente il numero di cinghiali. Questo non significa necessariamente abbatterli in massa, ma sterilizzarli per evitare che si riproducano in maniera incontrollata. Come spiega Piardi, “le femmine possono avere due gravidanze all’anno e ogni volta partoriscono fino a 12 cuccioli”. Numeri notevoli che minano l’equilibrio nella convivenza tra uomo e animale.

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