La speleologa Ottavia Piana è finalmente uscita dalla grotta Bueno Fonteno, dopo essere rimasta bloccata a 150 metri di profondità per oltre 48 ore. La giovane bresciana è stata portata in superficie su una barella e successivamente recuperata dall’elisoccorso di Brescia. Ottavia Piana è un’istruttrice nazionale di speleologia e da diversi anni sta mappando il sistema carsico compreso tra il lago d’Endine e la sponda bergamasca del Sebino, di cui il Bueno Fonteno è l’abisso principale. Durante la sua esplorazione all’interno della grotta, insieme ad altri quattro speleologi, una roccia si è staccata dalla parete ferendola alla gamba e impedendole di muoversi autonomamente. Da domenica sera è stata avviata un’importante operazione di soccorso, che ha coinvolto oltre 60 tecnici specializzati.

Luca Longo, tecnico specializzato del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Piemonte, ha spiegato come si sono svolte le operazioni di recupero. La grotta Bueno Fonteno è molto umida e presenta numerosi meandri, ovvero percorsi molto stretti che rendono difficile il passaggio degli speleologi a causa dello spazio limitato. Estrarre una persona su una barella in questi spazi richiede tecniche specifiche. Dalle 22 a mezzanotte di domenica, gli speleologi insieme a Ottavia Piana sono stati raggiunti dalla squadra di primo intervento, che ha valutato la situazione. Successivamente, una seconda squadra ha stabilito un collegamento telefonico fino alla barella, mentre una terza squadra di attrezzisti ha costruito strutture con carrucole, corde e chiodi per permettere alla barella di superare i tratti verticali. Il salvataggio ha richiesto quasi 48 ore per essere completato.

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