Le fiamme che hanno lasciato segni sulle piante sono ancora visibili sulla valle che sovrasta la Mottarossa, in provincia di Varese. È stato accertato che queste fiamme non sono state causate dal taglio del tondino in ferro con una smerigliatrice, come inizialmente ipotizzato. Le prove tecniche hanno dimostrato che l’incendio non poteva essere causato da quel punto.

Il giudice Luccarelli ha pronunciato una sentenza di “non aver commesso il fatto”, che equivale a una piena assoluzione. Questo passaggio è molto significativo e presto vedremo perché. L’incendio scoppiato il 3 gennaio 2019 è stato un tragico spettacolo notturno. Le fiamme sembravano essere state domate il giorno successivo, ma a causa del vento e della mancanza di pioggia, si sono propagate conquistando parte delle alture della Valganna e distruggendo boschi di roveri, eriche e faggi. Questi alberi sono di grande valore, soprattutto considerando l’importanza di rallentare le emissioni di CO2.

Sono stati giorni difficili, documentati minuziosamente da Varesenews, che ha tenuto alta l’attenzione dell’opinione pubblica su questo tema. Sono stati impiegati Canadair, elicotteri dei vigili del fuoco e centinaia di volontari della protezione civile per spegnere l’incendio. Alla fine, l’incendio è stato domato, ma a che prezzo per le casse dello Stato? Secondo le stime, il costo operativo dei velivoli e le spese per il ripristino dell’area ammontano a circa 20 milioni di euro.

Finora, questa somma è rimasta in sospeso, in attesa della decisione della magistratura che ha emesso un verdetto di piena assoluzione. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Giancarlo Trabucchi, spiega che dopo la presentazione delle motivazioni entro 90 giorni, presenteranno un ricorso in autotutela. Resta da capire a chi si può attribuire la responsabilità di questi fatti, che sono stati costosi per l’ambiente e per tutti noi.

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