Un uomo di 47 anni residente in provincia di Monza si è trovato di fronte a un processo a seguito di una serie di atti persecutori contro la sua ex compagna. Nonostante avesse iniziato una relazione stabile con un’altra donna e avesse avuto una figlia da lei, l’uomo non si era mai separato dalla moglie. Dopo dieci anni di convivenza, l’altra compagna ha scoperto che lui aveva avuto un altro figlio dalla ex moglie, con la quale continuava a frequentarsi. Questa scoperta ha portato la donna a mettere fine alla relazione, ma l’uomo ha reagito con una serie di atti persecutori nei suoi confronti.

Nel 2019, l’uomo avrebbe iniziato a insultare, seguire e minacciare di morte la sua ex compagna, perseguitandola in ogni modo possibile. Questo l’ha portata a cambiare itinerario per andare al lavoro o prendere la bambina a scuola, nel timore di incontrarlo. La donna ha sporto denuncia ai carabinieri, che hanno eseguito una misura cautelare di allontanamento nei confronti dell’uomo. Nonostante ciò, l’uomo ha sempre negato di averla perseguitata e ha deciso di andare a processo per dimostrare la sua innocenza.

Come prova a suo favore, l’uomo ha portato testimoni, come i titolari di locali pubblici frequentati occasionalmente dalla coppia, i quali hanno dichiarato di non aver mai visto litigare i due. Adesso spetta al tribunale valutare le prove e decidere sulla colpevolezza dell’imputato.

Questo caso mette in luce l’importanza di prendere sul serio le denunce di stalking e di agire tempestivamente per proteggere le vittime da atti persecutori. La persecuzione può avere gravi conseguenze sulla vita delle persone coinvolte, portando a un senso di paura e insicurezza costante. È necessario che la società e le istituzioni si mobilitino per combattere questo fenomeno e garantire la sicurezza delle persone.

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