Davide Fontana, condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio di Carol Maltesi, è stato recentemente aggredito da un altro detenuto nel carcere di Busto Arsizio. L’aggressore ha ferito Fontana alla testa con una penna durante la notte. Successivamente, Fontana è stato trasferito nel carcere di Pavia, ma il suo avvocato Stefano Paloschi spiega che questo trasferimento non è collegato all’aggressione subita.

Il legale di Fontana afferma che il suo cliente è sempre stato preso di mira in carcere a causa del tipo di reato per il quale è stato condannato. Tuttavia, è importante sottolineare che l’aggressione non ha nulla a che fare con le motivazioni della sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio, che sono state oggetto di polemiche su alcuni media.

Riguardo al trasferimento a Pavia, l’avvocato precisa che aveva già discusso della questione con il pm e che era noto che sarebbe avvenuto una volta terminato il dibattimento. A Busto Arsizio, Fontana aveva ricevuto diverse minacce e si cercava di evitare che entrasse in contatto con gli altri detenuti ogni volta che si muoveva, anche solo per andare in bagno, al fine di evitare problemi.

Le critiche alla sentenza erano arrivate per la parte delle motivazioni in cui Carol Maltesi veniva definita “disinibita”. Il presidente della Corte, Giuseppe Fazio, aveva dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera di non aver mancato di rispetto a nessuno e che avrebbe agito allo stesso modo se la ragazza fosse stata una suora anziché un’attrice.

In conclusione, l’aggressione subita da Davide Fontana nel carcere di Busto Arsizio è solo l’ennesimo episodio delle difficoltà che affronta in carcere a causa del suo reato. Tuttavia, è importante separare l’aggressione dalle motivazioni della sentenza, che sono state oggetto di critiche. Il trasferimento a Pavia era già stato pianificato e non è collegato a questo episodio.

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