L’uomo di 55 anni residente a Treviglio, in provincia di Bergamo, è stato arrestato e condotto in carcere dopo aver continuato a minacciare di morte e importunare la sua ex compagna nonostante fosse stato affidato ai servizi sociali e avesse il divieto di avvicinarsi a lei.
Quest’uomo era già noto alle forze dell’ordine per reati legati alla detenzione e spaccio di droga e contro il patrimonio. La donna aveva deciso di interrompere la loro relazione burrascosa una decina di giorni fa, ma lui non aveva accettato questa decisione. Nonostante fosse sotto la supervisione dei servizi sociali, l’uomo continuava a perseguitare la sua ex compagna.
L’ennesimo litigio tra i due, avvenuto in strada il 29 agosto scorso, ha portato alcuni residenti a richiedere l’intervento della polizia, testimoniando le minacce di morte. Nonostante la donna non avesse sporto denuncia, la polizia ha avvisato il tribunale di Sorveglianza di Brescia, che ha deciso di aggravare la misura cautelare nei confronti dello stalker, disponendo il suo carcere per minacce di morte e atti persecutori.
Questo caso dimostra l’importanza di prendere sul serio le minacce e gli atti di stalking, anche se la vittima non ha sporto denuncia. È fondamentale che le autorità e i tribunali agiscano prontamente per proteggere le vittime e garantire che gli stalker vengano puniti per le loro azioni.
È auspicabile che questo arresto possa dare un messaggio forte a tutti coloro che si sentono autorizzati a minacciare e perseguitare le proprie ex compagne o ex compagni. La legge deve essere applicata con fermezza per mettere fine a questo tipo di comportamenti inaccettabili e garantire la sicurezza delle vittime.
È importante anche che le vittime di stalking si sentano supportate e incoraggiate a denunciare. Ci sono molte risorse disponibili per aiutare le persone che vivono questa terribile esperienza, come centri antiviolenza e linee telefoniche di supporto. Non devono affrontare questa situazione da sole, ma devono chiedere aiuto e cercare protezione.
Il caso di Treviglio, sebbene tragico, ci ricorda che la lotta contro lo stalking è ancora lunga e che è necessario continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema. Solo attraverso l’informazione e l’educazione possiamo sperare di cambiare gli atteggiamenti e porre fine a questa forma di violenza.