Il giovane, dopo aver scritto la frase incriminata sulla scheda elettorale, si è reso conto dell’errore commesso e ha deciso di confessare tutto alle autorità. Inizialmente, il suo gesto era stato interpretato come una minaccia seria e le forze dell’ordine avevano avviato un’indagine per trovare il presunto cadavere.
Dopo aver preso le impronte digitali dei cittadini che avevano votato nella sezione elettorale in questione, gli investigatori sono riusciti a risolvere il mistero. L’autore del messaggio si è presentato spontaneamente alla polizia, spiegando che aveva scritto quella frase come protesta contro la politica, senza riflettere sulle conseguenze che avrebbe potuto avere.
Il giovane è stato accusato di autocalunnia, un reato che prevede una pena da 1 a 3 anni di reclusione. Tuttavia, per cercare di riparare al suo errore, si è offerto volontario per lavori socialmente utili. Attualmente, è stato sentito dalla Polizia di Stato e dalla Procura di Monza, insieme al suo avvocato difensore.
Secondo l’avvocato, il giovane voleva farsi sentire dagli inquirenti, ma ha deciso di aspettare il periodo di Natale per non turbare i suoi genitori. Dopo l’interrogatorio, il pubblico ministero ha concluso le indagini nei confronti del giovane, che ora dovrà affrontare il processo per autocalunnia.
Questa vicenda dimostra come un gesto impulsivo e non riflettuto possa avere conseguenze serie. La protesta del giovane, sebbene motivata da un forte dissenso verso la politica, si è trasformata in un grave reato. È importante ricordare che esistono vie legali e pacifiche per esprimere il proprio dissenso e che ogni gesto deve essere attentamente valutato prima di essere messo in atto.