La Corte d’appello di Milano ha emesso la sentenza di secondo grado riguardante le infiltrazioni della ‘ndrangheta all’interno dell’azienda di smaltimento rifiuti Smr Ecologia, confermando le condanne per falsa fatturazione a Paolo Efrem e Daniele Frustillo. Entrambi gli imputati sono stati condannati a 4 anni di reclusione, ma l’aggravante del metodo mafioso è stata esclusa. La Procura generale di Milano aveva richiesto la condanna anche in secondo grado per entrambi gli imputati.

La Procura generale aveva inizialmente chiesto 6 anni di reclusione per Efrem e 12 anni per Frustillo. L’inchiesta ha avuto origine dalla società Smr Ecologia srl, di proprietà dell’imprenditore Matteo Molinari di Busto Arsizio, che attualmente collabora con i magistrati. La società era responsabile del trasporto e del trattamento dei rifiuti presso l’impianto di La Guzza. Secondo le indagini, nell’impianto di trattamento si sarebbero verificate infiltrazioni mafiose da parte di soggetti vicini alla criminalità organizzata. Tuttavia, sia nel primo che nel secondo grado di giudizio, i giudici non hanno ritenuto provate le infiltrazioni da parte delle cosche criminali. I difensori hanno sempre contestato le dichiarazioni di Molinari.

Nonostante la conferma delle condanne per falsa fatturazione, l’esclusione dell’aggravante del metodo mafioso rappresenta una svolta significativa nel processo. Questa decisione solleva interrogativi sulle prove presentate dalla Procura generale e sulla validità delle dichiarazioni di Molinari. La mancanza di prove concrete sul coinvolgimento della ‘ndrangheta all’interno dell’azienda di smaltimento rifiuti Smr Ecologia lascia spazio a dubbi e incertezze sull’effettiva presenza di infiltrazioni mafiose.

È importante ricordare che la lotta contro la criminalità organizzata è fondamentale per garantire la legalità e la sicurezza nel nostro paese. Tuttavia, è altrettanto importante che le accuse siano supportate da prove solide e che i processi siano condotti in modo equo e trasparente. La decisione della Corte d’appello di Milano solleva domande sulle indagini condotte e sulla validità delle prove presentate.

Ora spetta alle autorità competenti valutare se ricorrere in Cassazione per cercare di ottenere una sentenza diversa. Nel frattempo, è necessario continuare a monitorare attentamente la situazione e adottare misure adeguate per contrastare eventuali infiltrazioni mafiose nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Solo attraverso un’azione coordinata e determinata sarà possibile debellare definitivamente la presenza della criminalità organizzata e garantire un futuro migliore per tutti.

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