Processato per furto di polli a Cremona
Un uomo di 58 anni di Gambara, nel bresciano, Cesare Bertoli, è finito a processo a Cremona con l’accusa di furto. La refurtiva, del valore di 600 euro, consiste in un’ottantina di polli, tra pulcini, galline e galli, portati via la sera del 17 aprile 2019 da un pollaio di Ostiano di proprietà di Franco, proprietario di un campo lungo la statale che collega Ostiano a Pralboino.
Nel campo, recintato da una rete metallica trovata divelta, c’erano varie piante, un ricovero per gli attrezzi e il pollaio. Nell’udienza di oggi avrebbe dovuto testimoniare proprio il proprietario dei polli rubati, che però nel frattempo è deceduto. Il processo va comunque avanti: Ivan, il figlio di Franco, non ha voluto rimettere la querela.
In aula è stato quindi sentito il maresciallo capo che all’epoca si era occupato del furto, denunciato dal proprietario che negli ultimi 20 anni aveva subito varie intrusioni da parte dei ladri. L’uomo aveva quindi deciso di installare una telecamera all’interno del pollaio per poter riprendere l’autore o gli autori delle razzie. E così era stato. Ai carabinieri aveva consegnato 6 video in cui erano riprese due persone. Una, secondo l’accusa, è l’imputato. La telecamera, oltre ai sei video, della lunghezza di circa 10 secondi, aveva registrato anche l’audio, in cui le due persone parlavano marcatamente in dialetto bresciano.
“Quando ho sentito dalla registrazione l’inflessione bresciana”, ha raccontato in udienza il maresciallo, “ho pensato che potessero essere persone della zona. Di certo uno non viene da Lecce per rubare dei polli”. Il militare aveva mostrato le immagini ai colleghi di Gambara e Pralboino che avevano riconosciuto l’imputato, “soggetto noto, poiché gravato da numerosi precedenti penali e di polizia”. Le immagini, come è stato detto in aula, non sono di buona qualità, ma secondo l’accusa, Bertoli è riconoscibile nei fotogrammi. Non così per il complice: l’inquadratura lasciava spazio a dubbi. All’epoca era stato identificato un uomo che si accompagnava spesso con l’imputato, ma poi le accuse sono cadute.
Secondo l’avvocato Marilena Gigliotti, legale della difesa, nemmeno il suo cliente è riconoscibile dalle immagini. Inoltre, secondo l’avvocato, non sarebbero stati effettuati ulteriori accertamenti sulla dinamica del furto, né il suo assistito era stato trovato in possesso della refurtiva. Per la difesa, il 58enne, che di professione fa il muratore e non vive in campagna, non avrebbe avuto alcun motivo di rubare quei polli.
L’uomo si difenderà all’udienza del prossimo 29 marzo. Per quella data è prevista anche la sentenza.