Il proprietario dell’Isola dei Cipressi, Gerolamo Gavazzi, ha scritto una lettera al ministro Pichetto Fratin per lamentarsi della decisione di portare via i wallaby dall’isola, dove vivevano in piena libertà. I wallaby, chiamati anche canguri nani, sono stati trasferiti in recinti o gabbie in Toscana, e questa scelta ha suscitato dispiacere unanime e una petizione online per riportarli sull’isola ha raccolto oltre 2.700 firme.

La storia dei wallaby risale al 2016, quando il Tribunale di Como ha condannato Gavazzi al pagamento di una multa di 14.000 euro per violazione della legge sul commercio internazionale delle specie in via di estinzione. I canguri sono stati confiscati e assegnati al Corpo forestale dello Stato, che li ha portati in Toscana. Gavazzi spiega nella lettera al ministro che nel 1991 aveva acquistato una coppia di wallaby da un rivenditore di animali e li aveva liberati sull’Isola dei Cipressi. Successivamente, è stato promulgato un decreto che vieta la detenzione di animali considerati pericolosi, tra cui tutte le specie di canguro, compresi i wallaby. Gavazzi si è trovato quindi a commettere un reato penale senza esserne consapevole.

Il tempo è passato e il numero di wallaby sull’isola è aumentato. Recentemente, sono stati catturati e trasferiti in una struttura dove vivono in recinti o gabbie, privati della libertà e del prato verde dell’isola, che era la loro principale fonte di cibo. Gavazzi si chiede come mai in Italia si considerino questi animali “pericolosi” e propone di rivedere la lista delle specie incluse in questa categoria. La vicenda dei wallaby ha suscitato scalpore e ha avuto ampia risonanza mediatica. La petizione per riportarli sull’isola dimostra che c’è un forte interesse da parte della popolazione per la loro salvaguardia.

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