L’importanza di investire sulle risorse umane è una tematica sempre più rilevante, soprattutto quando si parla di servizi pubblici come la Polizia Penitenziaria. Recentemente, la Casa Circondariale di Lecco è stata colpita da un’agitazione a causa della carenza di personale. Questa situazione rischia di compromettere la qualità del servizio offerto e aumentare il rischio di burnout per gli agenti.

Le recenti disposizioni emesse dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, volte a tutelare il personale dalle troppe aggressioni, hanno portato alla modifica del modello custodiale dell’Istituto. A partire da lunedì, i detenuti dovranno rimanere chiusi in cella per tutta la giornata, salvo le ore d’aria e i momenti di socialità. Di conseguenza, i pochi agenti dovranno principalmente svolgere la funzione di portierato, aprendo e chiudendo i cancelli manualmente.

Questa drammatica situazione si aggiunge al rischio di malcontento dei detenuti, che potrebbe generare un forte senso di agitazione sia all’interno che all’esterno delle mura della Casa Circondariale di Lecco. È quindi necessario un intervento immediato per garantire la sicurezza e la qualità del servizio offerto.

Il Consigliere Regionale lecchese, Giacomo Zamperini, si è schierato a fianco degli agenti della Polizia Penitenziaria, sottolineando la necessità di aumentare l’organico. Negli ultimi anni, il numero di agenti è diminuito drasticamente, passando da 57 nel 2005 a soli 39 attualmente. Questo deficit di personale, unito alle carenze e ai limiti strutturali della Casa Circondariale, rappresenta un allarme che potrebbe non essere compatibile con le recenti disposizioni emesse dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Non si può pretendere che il personale lavori allo stremo delle forze, attraverso straordinari, ferie saltate e mancati riposi, e allo stesso tempo garantire la qualità del servizio offerto. La concentrazione e la professionalità sono fondamentali in un contesto come quello penitenziario. Inoltre, non bisogna dimenticare che anche i cittadini di Lecco guardano con preoccupazione a questa situazione, poiché potrebbe generare problemi di sicurezza per la comunità.

Giacomo Zamperini ha già scritto al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Dott.ssa Maria Milano, per richiedere un incontro e discutere della situazione. È necessaria una maggiore attenzione verso la realtà carceraria di Lecco. La Casa Circondariale di Pescarenico non può essere considerata di “serie B”, ma deve essere vista come un polo di eccellenza, grazie al lavoro svolto dalla Direttrice, dott.ssa Antonina D’Onofrio, e dalla Comandante della Polizia Penitenziaria Giovanna Propato.

È importante investire sulle risorse umane all’interno della struttura penitenziaria. Dal 2008, sono stati avviati percorsi di legalità e giustizia riparativa che hanno portato a risultati positivi. Tuttavia, la carenza di personale porta inevitabilmente a una situazione di burnout per gli agenti, generando malessere e insicurezza anche al di fuori delle mura del carcere. È necessario agire tempestivamente per evitare che questa situazione si aggravi ulteriormente.

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