Dieci furti in dieci anni: la famiglia di Arcene vive un’incubo senza fine. L’ultimo episodio si è verificato il 19 novembre scorso, intorno alle 17.30, quando i ladri hanno sfondato la porta a vetri per entrare in casa. Nonostante gli impianti di sicurezza e gli allarmi, i malviventi sono riusciti a rovistare in ogni stanza, inclusa quella della figlia undicenne, portando via l’argenteria della sala da pranzo. Questo è solo l’ultimo di una serie di furti subiti dalla famiglia, il più grave dei quali risale a un anno fa, quando i ladri hanno tagliato a metà la cassaforte e portato via tutto il suo contenuto.

Nonostante la presenza di un sistema di controllo di vicinato e la posizione della villetta in un quartiere residenziale, i furti continuano a ripetersi anche nelle case circostanti. I residenti si sono trovati a dover affrontare minacce da parte dei ladri, che li hanno addirittura aggrediti verbalmente. La situazione è così grave che l’assicurazione si è rifiutata di rinnovare il contratto dopo il sesto o settimo furto. La famiglia si trova ora a dover affrontare non solo la paura e l’exasperazione, ma anche la possibilità di dover lasciare non solo Arcene, ma addirittura l’Italia. “Cosa dovrei fare qui? Lavoro, pago le tasse e poi vengo derubato?”, si chiede la donna.

È evidente che le misure di sicurezza adottate finora non sono state sufficienti a proteggere la famiglia dai furti. È necessario che le autorità competenti intervengano per garantire la sicurezza dei cittadini e porre fine a questa ondata di criminalità. La famiglia di Arcene non può vivere nell’insicurezza e nel terrore costante di essere derubata. È importante che la comunità si unisca per trovare soluzioni efficaci e per assicurare a tutti un ambiente sicuro in cui vivere. Solo così potremo evitare che altre persone siano vittime di episodi simili e che la fiducia nella giustizia venga ripristinata.

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