Il manager Gianfranco Cerea è stato rinviato a giudizio per truffa, autoriciclaggio, tentata estorsione e appropriazione indebita. La sua cognata, Cristina Caleffi, si è costituita parte civile nel processo. Caleffi era stata coinvolta insieme a Cerea nella vicenda delle opere d’arte riportate in Italia con la voluntary disclosure. Mentre il fascicolo di Caleffi è stato archiviato, Cerea è stato condannato a tre anni di reclusione per false attestazioni. Nel nuovo processo, si discute di un presunto depauperamento dei milioni di euro investiti da Caleffi in quote societarie e quadri. L’accusa sostiene che Cerea abbia ingannato Caleffi presentandole investimenti falsamente lucrativi e nascondendo il depauperamento del suo patrimonio. Si parla di un investimento di 126.380.000 euro da cui Caleffi avrebbe ottenuto solo 42.393.495 euro. Si discute anche di un presunto tentativo di estorsione da parte di Cerea nei confronti di Caleffi. Il processo si terrà il 10 giugno e Cerea ha scelto di contestare le accuse nel merito, facendo leva sulla prescrizione.

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