L’inchiesta “Deruba pensionata in centro” ha portato alla luce una serie di altri colpi. Il pubblico ministero ha richiesto l’arresto, ma è stato dato l’obbligo di dimora a Napoli.
Un giovane napoletano, vestito con una maglia bianca, uno zainetto scuro sulle spalle e delle scarpe New Balance bianche ai piedi. Non aveva portato molti vestiti da casa, ma secondo gli agenti della squadra mobile, lo scorso settembre aveva truffato un’anziana nel centro della città di Como. Le aveva rubato 2500 euro e numerosi gioielli d’oro. Tuttavia, era stato immortalato dalle telecamere del centro storico, il che ha permesso agli investigatori di lavorare su un volto, presto associato a un nome, che a sua volta era associato a una serie di truffe ai danni di anziani in tutta Italia.
I detective della squadra mobile hanno notificato un obbligo di dimora a Napoli per Giuseppe Arino, un ventenne residente nel quartiere Pendino. Il giovane è indagato per la truffa aggravata ai danni della pensionata comasca e sospettato di aver commesso almeno altri quattro colpi e uno tentato nel giro di tre giorni. In realtà, il pubblico ministero Antonia Pavan ha chiesto l’arresto in carcere per Arino, anche alla luce delle numerose denunce e arresti collezionati quest’anno. Tuttavia, il giudice delle indagini preliminari, Cristiana Caruso, ha optato per una misura meno grave, sottolineando che l’obbligo di dimora è sufficiente considerando che “il sistema truffaldino messo in piedi da Arino si è sviluppato proprio fuori dalla propria città”.
Ma come è stato possibile identificare il sospettato di una delle tante truffe ai danni di anziani nella nostra città? Il merito va senz’altro all’intuizione degli agenti della squadra mobile di Como. Dopo aver raccolto la denuncia di un’anziana di 88 anni residente nel centro, a cui un giovane truffatore aveva rubato 2500 euro, 2 anelli, 3 paia di orecchini, 2 catenine, una coccinella con madreperla e un ciondolo a forma di fiore, hanno pazientemente ricostruito le tessere di un complesso mosaico investigativo.
Alla donna era stato fatto credere che il suo amato nipote fosse coinvolto in un grave incidente e che fosse necessario del denaro per consentirgli di tornare in libertà. Nonostante la traccia telefonica intestata a una persona fittizia, gli agenti hanno visionato le telecamere posizionate nelle vicinanze dell’abitazione della donna. Hanno notato un giovane con uno zainetto arrivare e andarsene proprio negli orari della truffa. Attraverso una ricerca nella banca dati dei sospettati di truffe agli anziani, è emersa la scheda di Arino. Proprio in quei giorni si trovava in un hotel in provincia di Varese e la sua auto era stata registrata all’ingresso di Como il giorno della truffa. Inoltre, la sua presenza in altre città del nord coincideva con altre truffe simili. La quantità di denunce e arresti per truffe, estorsioni e minacce collezionati quest’anno ha portato alla richiesta di arresto e all’obbligo di dimora.
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