Domani, mercoledì 17 maggio, verrà dato l’ultimo saluto a Pier Attilio Trivulzio, il giornalista milanese di 83 anni trovato morto nel suo appartamento a Sant’Agabio dopo otto mesi dal decesso. A dare l’allarme era stato il suo collega Marco Pirola, con il quale aveva lavorato per anni. Il collega, non sentendolo da tempo, aveva avvertito le forze dell’ordine che lo avevano poi trovato senza vita nel suo appartamento piemontese.
Raffaella Navarra, volontaria alla mensa del convento di San Nazzaro della Costa, che Trivulzio frequentava con regolarità, si è attivata affinché chi lo ha conosciuto a Novara possa accompagnarlo nell’ultimo viaggio. “Veniva da noi tutti i giorni – racconta Navarra – ma quando non si è più visto abbiamo pensato che si fosse trasferito a Monza, come ci aveva detto: voleva tornare nella sua terra dove stava per mettere a posto un piccolo appartamento. Mai avremmo potuto immaginare un epilogo così drammatico”. “Gli daremo l’addio con una piccola cerimonia”.
Trivulzio aveva collaborato con diverse testate tra cui L’Espresso, La Notte, Il Giorno e l’Ansa, e si era trasferito a Novara, pur non avendo parenti e conoscenti nella città dove si è conclusa la sua esistenza. Ma per tantissimo tempo aveva lavorato a Monza, dove lo scorso marzo era stata accolta con sgomento la notizia della sua scomparsa e delle tristi modalità del suo ritrovamento.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda per la sua penna raffinata e graffiante, per la sua passione per i motori, ma anche per la coerenza con la quale affrontava i casi di cronaca più spinosi. “Com’era come cronista? Bravo, indubbiamente – aveva ricordato nel marzo scorso il collega Marco Pirola – Nel giornalismo sportivo era un asso, nella cronaca il numero uno. Ha lavorato per due anni su un’inchiesta che trattava dei rapporti tra i cinesi e la ‘ndrangheta. Ogni settimana uscivano pagine da incorniciare. Mica fuffa. Quando ero suo direttore mi ha fatto prendere 12 querele. Sono stato assolto da tutte quante. In tribunale si presentava con faldoni e documenti. Tutto quello che ha scritto, lo ha fatto a ragion veduta”.

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