Il 13 maggio è stato arrestato il cugino di Stefania Rota, accusato di averla uccisa il 11 febbraio nell’abitazione della donna a Mapello. Secondo le indagini, il 61enne avrebbe chiuso la porta a chiave e spostato la Ford Fiesta di Stefania per far credere che la cugina stesse trascorrendo un periodo al mare con un anziano che doveva assistere. Tuttavia, la donna è stata trovata morta più di due mesi dopo, il 21 aprile.

Inoltre, è emerso che un mese prima dell’omicidio, l’uomo era stato ricoverato in ospedale per motivi psichiatrici. Sempre secondo le indagini, da anni soffriva di crisi depressive e al momento dell’arresto ha dichiarato di non ricordare nulla, ma di essere pentito di ciò che ha fatto.

L’omicidio di Stefania Rota ha scosso profondamente la comunità di Mapello e ha portato alla luce l’importanza di prestare attenzione alla salute mentale delle persone, soprattutto in situazioni di difficoltà. È necessario che si investa di più nella prevenzione e nella cura dei disturbi psichici, affinché tragedie come questa possano essere evitate in futuro.

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